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320Memoria a’ figli, e de’nipoti a’ figli.
E se i fratelli e il Re, morto Alessandro,
Mi disdiran l’ammenda, io per l’ammenda
Guerra guerreggierò fino all’estremo.
Disse; e mortale insanguinò il coltello
325Nelle fauci agli agnelli, e li depose
Palpitanti ed esanimi sul prato.
E il vin sovr’esso, attinto dal cratere
Cosparsero. Comuni eran le preci
E il voto a’ Numi; ed or Troiani. or Greci,
330Dei Santi, eterne Dee, Giove Tonante!
Dicean: Così com’oggi scorre il vino,
Scorra, e le glebe insanguini il cervello
D’essi che primi a profanar la tregua
Toccheran l’armi; e d’essi e de’ lor figli;
335E le lor mogli sieno mogli altrui.
Ma i voti ancor non assentiva Iddio.
Priamo la voce sollevò, e, m’udite,
Disse, Teucri ed Achei. Riedo a’ miei tetti;
Ch’io no ’l vedrò; non sosterrei con gli occhi
340Del bellicoso Menelao l’assalto,
E d’un diletto figliuol mio. Pur troppo
Sta nella mente degli Dei quell’uno
Ch’oggi è promesso a morte. E più non disse
E si mosse; e parea nume che parte.
345E come pria sul carro ebbe riposte
L’ostie immolate il santo re vi ascese,