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Beltà di drudo, cacciator di donne,
Nato non fossi mai, fossi sepolto
Senz’imenei, che or non sarem’ confusi.
Nel vituperio tuo, tu non saresti
50La novella del mondo! odi gli Achei?
Ridon di te, che alla presenza e all’arme
Ti presumeano, e al sovrumano aspetto,
Guerriero insigne; e non hai cor, nè sangue.
E sì vile, adunar navi e seguaci
55Potevi tu? misurar mari e genti
Tentar straniere? e fin dall’Apia terra
Predar la sposa a bellicosi Eroi?
Pensi che angoscie al padre tuo; che danni
A’ cittadini e alla città; che gioia
60Doni a’ nemici? e a te quanta vergogna!
Chè non t’accosti a Menelao? saprai
Di chi usurpi la moglie: e non la cetra
Ti gioveria, nè quelle ciocche e il viso,
Nè Venere e i suoi doni, ove la polve
65Ti contamini in campo. Oh, se i Troiani
Fosser men sofferenti! io ti vedrei
Vestito di una grandine di sassi,
E pagato oggimai d’ogni lor lutto.
Giuste, nè più del merto odo rampogne,
70Disse Alessandro. Tu se’ ferrea scure,
Che a far le navi indomita le querce
Fende, ed irrita l’impeto del fabbro.