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RIDOLFI

Disse, e col nero sopracciglio Giove
Fe’ cenno; e nel crollar l’augusto capo
Le immortali sue chiome si agitaro
Onde tutto si scosse il grande Olimpo.

Eccoti il retore che freddamente ragiona:

nel crollar del capo s’agitarono le chiome onde si scosse l’Olimpo. Il poeta invece per guidarci al mirabile dell’effetto non ci arresta su le cause. Da che il nome d’Augusto fu disonorato da Ottaviano e da’ suoi successori, questo attributo avvilisce la divinità. Capo eccita anche nell’originale idee di mortalità, ma l’aggiunto immortale del testo correggendo questa e posto dopo capo, è sorgente di meraviglia; onde a torto in questo luogo molti premettono l’attributo al sostantivo.

CERUTI

Disse, e fe’ cenno con le nere ciglia,
Crollò il capo immortal, scosse la fronte
E le chiome divine; e ne tremaro
Le sfere e i gioghi del sublime Olimpo.

Tutti gli effetti del cenno divino nel testo derivano dall’azione unica di νεῦσε, verbo dissil-