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Tempora; contremuere arces et culmina Olimpi1

Sic ritarda. Capite atque oculis scema il potere divino, emanato dal solo moto del sopracciglio. Manca il Saturnio. Pater ha nel latino l’idea della signoria, non dell impero universale come il Re nel greco. Crinis in singolare non dipinge le masse di ciocche; e crinis per frontem et tempora adombra troppo il volto del Dio. Contremuere, si protrae troppo, e non serba la violenza rapida dell’ἐλέλιξεν. Arces è parola qui inopportunamente metaforica, e culmen voce in origine umile, e presentano la stessa idea: ci arrestano sulle vette e ci distraggono dal cenno e da’ fondamenti del grande Olimpo,

Sic ait, et quassat caput immortale; per ora
Perque humeros fluxere comae et tremit altus Olympus

Ecellente modello per uno scultore che volesse effigiare Giove con le spalle rivolte.

  1. E il Tasso, Ger., c. xiii, st. 74.
    Così dicendo, il capo mosse; e gli ampi
    Cieli tremaro, e i lumi erranti e fissi;
    E tremò l’aria riverente, e i campi
    Dell’Oceano, e i monti, e i ciechi abissi.