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Κρονίων, Saturnio. Κρόνος, Tempo; e Saturnio1 eccita nel pensiero l’ignota origine dei secoli, la lor successione, e il loro termine, illimitato per l’umana immaginazione: quindi l’eternità; quindi il religioso terrore della mente per questo attributo della divinità, alla quale gli uomini per l’opinione dell’immortalità dell’anima si credono eternamente soggetti: e i popoli si sono sempre pasciuti di religione, di speranze e di terrore. Aggiungi che ai tempi omerici il nome Saturnio era pregno di tradizioni teologiche, e della genealogia dei numi; favole che ad ogni modo rappresentavano immagini, nutrivano passioni, e conferivano allo stile poetico. Ma Saturnio nella poesia moderna sarà sempre parola esanime.

Νεῦσε. Tutti ripetono che Giove mosse le ciglia: ma Giove non dice egli stesso che il cenno solenne era fatto dal capo? Ogni moto del capo si propaga naturalmente alla fronte ed agli occhi. Il poeta dunque mostra l’effetto, poichè dianzi ci aveva avvertiti della causa.

Pindaro l’imitò; ma liricamente tace la causa: Gl’immortali con le sopracciglia annuirono al consiglio di Temide2; e chi si ricorda d’Omero

  1. Da età sempiterna: Aristot. de Mundo, cap. vii.
  2. Istmica viii, 99: ἐπὶ βλεφάροις νεῦσαν ἀθανάτοισιν.