Ti fui d’opre alcun tempo o di parola, 615Odimi! Il figlio mio, Padre, m’onora
Che a breve giorno, misera, mi nacque.
Vedi che Agamennon, re delle genti,
Lo prende a vile, e gli usurpò di forza
Il premio della guerra. Or tu l’esalta, 620Tu sapiente correttor del mondo.
Deh tanto le Troiane armi seconda
Che torni a Danai la virtù d’Achille
Più gloriosa. — Nè risposta mosse
L’Adunator de’nembi, e in gran silenzio 625Dopo i voti sedea. Ma la dolente
Più gli si stringe a’ piedi, ed abbracciava
E ripregava: Con verace detto
Fa sicuri i miei preghi, o li rifiuta:
Che temi, o re? Saprò quant’io mi sia 630Dea fra tutti gli Eterni inonorata.
Gemè dal cor l’Onnipossente, e disse:
Opra funesta! A nimistà con Giuno
Mi spingi, e ad ira per le sue querele.
Sempre al concilio degli Dei m’impugna 635Quas’io soccorra alle Dardanie genti.
Or ti diparti, o Dea, ch’ella non forse
Di te s’avvisi. In me starà l’evento:
E ad affidarti intieramente, or vedi.
La mia promessa affermerò col capo, 640Certo segno agli Dei; però che quanto