Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/171

170

Dagli usberghi di bronzo, e fea di ricche
Offerte omaggio a ricomprar la figlia.
L’aureo scettro tenea cinto di bende,
Mercè chiamando a’ Danai congregati,
455E più a’ figli d’Atreo. Ma nè l’assenso
Con che l’oste accogliea l’uomo divino
Vinse nel fero Agamennon l’orgoglio:
Chè il supplicar rispinse minacciando
Dell’orbo vecchio; e quei fuggente impetra
460Dal Dio che l’ama un dardo pestilente
Che di duol ne rimerta e di terrore
E fa di roghi luttüoso il campo.
Savio i responsi rilevò di Febo
Un vate. Io primo in adunanza esorto
465Espïazioni alla fatal vendetta:
Surse l’ira d’Atride, e imperïoso
Mi parlò una minaccia, ed è compiuta.
Già con vittime al Dio tornano a Crisa
La prigioniera dalle brune luci.
470Ma dalla tenda mia dianzi gli araldi 470
Si portaro la figlia di Briséo,
Dono a me de guerrieri. Or tu se il puoi,
Al tuo figliuol soccorri; ascendi al cielo
A implorar Giove, se tu mai di detti
475Fosti, o d’opre all’Eterno aiutatrice:
Ch’io sovente t’udia nelle paterne
Case pregiarti, che fra tutti Iddii
Tu dall’empio dolor sola campasti