De’ giudici le destre a’ quai le leggi
Diè Giove in guardia delle Danae genti,
Giuro; e tremendo il mio giurar ti torni:
Desìo d’Achille stringerà gli Achei, 290Nè perchè tu ne pianga avranno scampo
Quando cadrà gran messe di trafitti
Sotto il brando d’Ettore; in mal punto
Il tuo furor maledirai, membrando
Che il fortissimo Acheo mal onorasti. 295E scagliò a terra in questo dir lo scettro
D’auree borchie stellato. Ardeane Atride
Ma dolce favellando alzasi in mezzo
Néstore, arguto consiglier de’ Pili,
E l’eloquenza più che mel soave 300Di sua bocca fluiva. Ei de’ mortali
Modulanti la voce, e al caro lume
Della vita con lui nati e nodriti
Nell’aurea Pilo, già la prima vide
E la seconda età scender sotterra, 305Su la terza regnava. Il buono antico
Savio arringò. Gran pianto, o Numi eterni,
Certo sovrasta sulla terra Achea,
Certo n’esulterà Priamo, e di Priamo
La casa, ed Ilio e i Teucri esulteranno, 310Se di voi risapran l’ire, di voi
Prenci agli Achivi in parlamento e in arme.
Deh m’ascoltate, che amenduo minori