Gli sovrasta alle spalle, e per le fulve
Chiome l’afferra, e invisibile a tutti
Tutto a quel forte risplendeva il Nume. 235L’eroe confuso di stupor si volse,
E al terror degli sguardi immantinente
La Dea conobbe e l’appellò mandando
Velocissimi detti: A che ne vieni
Figlia d’Egioco? Il regnator superbo 240Forse a veder, e l’onta mia? ma tosto,
Io l’intimo e avverrà, tosto vedrai
S’ei le superbie pagherà col sangue.
Disse. E Minerva gl’infondea nel petto
La riverenza per gli Dei raggiando 245Dall’azzurre pupille, e alle minacce
Con questi accenti s’interpose: Io scendo
Dal mio trono celeste a rammansarti
Se pur Pallade onori e quella dea
Che dal ciel m’inviò. Giuno che in petto 250Con Atride li porta. Or dalla rissa
Cessa e contieni la tua man sull’armi,
Che assai vendetta ti daranno i feri
Strai che avventi, e ti darà vendetta
La mia promessa: tu l’ascolta e credi. 255Tempo verrà che per amenda avrai
Ben tre volte più ricchi ed onorati b
Doni: tu cessa, ed obbedisci al cielo.
Al divino comando, all’imminente