205In riverenza; e providente è Giove!
Ben fra quanti allo scettro educa Giove
Tu mi se’ odiosissimo, chè in petto.
Non t’è virtù che di corrucci e sangue,
Ma s’hai gran possa, ti fu largo Iddio. 210Va, le navi rimena e le tue torme
Alle tue prode, e a’ Mirmidoni impera,
Nè il tuo partir nè il tuo livor mi tocca:
Bensì t’intimo che se Febo Apollo
Vuolsi Criseide, oggi co’ miei guerrieri 215Io la rimando e con la nave mia;
Ed a te la tua preda, a te la bella
Briseide mi torrò; me alle tue tende
Vedrai, me stesso onde oggimai tu sappia
S’io t’avanzo in possanza, e ne paventi 220Chi mi si vanta eguale e chi m’affronta.
Disse. E l’angoscia s’infiammò d’Achille
E ne’ profondi del velloso petto
Gli fremea l’alma in due consigli: o il ferro
Impugnar dissipar tutti d’intorno 225E trafiggere Atride, o raffrenarsi
L’impeto in seno: ed agitando tutta la
La mente e il core in tanto ondeggiamento
Sguainava terribile il gran brando.
Ed ecco scesa dal sereno Olimpo 230Inviata da Giuno a cui diletti
Eran ambo gli Eroi, Palla Minerva.