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Ed io per chi mi venni a’ bellicosi
Dardani? e per che colpe io li guerreggio?
180Nè i miei destrieri mi rapir nè i tori,
Nè a Ftia di molti abitatori altrice,
Sceser su’ pingui colti a campeggiarmi
Le nostre messi; chè montagne opache
E il fremito del mar sorge fra noi;
185Te noi tutti seguiam, te inverecondo
Ferino ceffo, e il fratel tuo correndo
Alla vendetta delle vostre infamie
Sovra i Troiani; e tu come ne paghi?
Come ne curi? minacciando a forza
190Di tormi il premio, il premio ond’io sudai
Nelle battaglie; e mel donâr gli Achei.
Nè pari al tuo l’avrò quando a’ Troiani
Domino i Danai popolate ville:
Ma l’impeto maggior dell’aspra guerra
195Trattano le mie mani, e tu il migliore
Usurperai della divisa preda:
Mentr’io pur lieto di modesta spoglia
Verrò alle navi anelante posando
Dalla vittoria. Or giova dunque a Ftia
200Ridurmi a’ regni miei con le mie navi,
Che qui starmi sfregiato accumulando
Tesori a te. — E il Re de’ regi: E fuggi
Fuggi, se il cor ti sprona; di più starti
Non io ti prego: altri son meco, e avranmi