Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/160


159

Il predato a’ paesi è ormai diviso,
Ne più alle schiere accomunarlo giova.
Tu questa assenti al Dio. Noi tre fiate
Ti rifaremo e quattro, ove l’Olimpo
155N’apra d’llio le porte inclite in guerra.
     O deiforme, gli risponde, o prode,
Pur opri scaltro! Ma non io di speme
M’appagherò, nè tu m’eludi. Immuni
Le tue spoglie presumi, ed io, sol io
160Perderò la mia schiava? e tu l’imponi?
Ma i magnanimi Achei mi ridaranno
Pari prezzo di doni, e che m’arrida,
O ch’io ’l piglio di forza, e il tuo si fosse
O d’Aiace o d’Ulisse, e andranne tristo
165Chi sel vedrà... Ma di ciò — Su via
Daremo alle divine onde la nave,
E destri remiganti e un’ecatombe
Navigheranno con Criseide bella:
Parta duce un de’ prenci, o Idomeneo.
170O Aiace, o il divo Ulisse, o tu Pelide
Eroe terribilissimo, chè certo
L’opre tue sante placheranno Apollo.
Ma torvo guata e gli risponde Achille:
Ahi di frodi ammantato e d’impudenza!
175E chi devoto ormai, chi de’ guerrieri
Fia più al tuo cenno, o che a’ perigli ciechi
S’imboschi ardito, o virilmente pugni?