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principalmente nel collocare le parole e spazzare la melodia de’ versi con tale ingegnosa spezzatura da far risultare l’effetto che i maestri di musica ottengono dalle dissonanze, e i pittori dalle ombre assai risentite. Nota come in questa invocazione al sonno lo stile sebbene rettoricamente amplificato, pur non pregiudica alla naturale espressione dell’uomo travagliato da’ pensieri e dalla veglia: appunto quel verseggiare sì rotto ti fa sentire l’angoscia, la prima terzina è bella d’immagini e di frasi degne di Virgilio. — Non ave per non ha, dal latino habet, oggi è fuor d’uso.

Costanzo. Napoletano: per esso l’arte de’ sillogismi in sonetti giunse alla perfezione: sciaguratissima perfezione! Pur questo componimento è il solo per avventura nel quale il Costanzo, tenendo altra via, sia riescito poeta. Pare uno dei belli epigrammi preci. È in lode di Virgilio, che nell’egloghe assunse il nome di Titiro. Vedi i quattordici versi concatenati spontaneamente in un solo periodo così che tu, leggendo, stai pur sempre attento sino alla fine a quella Cetra Appesa alla quercia. — Il Mincio è fiume del paese Mantovano patria di Virgilio. - Dafni e Melibeo sono pastori nelle egloghe di quel poeta. — Menalo e Liceo paesi greci celebri per la poesia pastorale. — Pale e Aristeo; la prima, è Dea de’ pastori; l’altro è semideo che insegnò la cultura delle api: alludesi alle Georgiche Virgiliane. • - Enea fu figliuolo d’Anchise e di Venere: però nel settimo e ottavo verso s’allude all’Eneide.

Tasso. Espone con lucida e sublime brevità il sistema Pitagorico illustrato poi da Platone: Essere l’universo in tutte le sue parti congiunto per forza d’Amore. E dove qui il poeta parla dell’uomo, mira alla teoria, ch’io stimo verissima di que’ filosofi i quali insegnano che tutte quante le nostre passioni le non siano se non Amore travestito di mille apparenze, e variato solamente di nomi. — Gli erranti Dei, sono i Pianeti-carole significa i giri delle stelle