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Alfonso d’Avalos morto illustre e giovine in guerra. Indirizzò questo sonetto al Bembo dolendosi ch’ei pure non piangesse in versi la morte del marito di lei, e non ne celebrasse la gloria. Ed è componimento lodatissimo nelle scuole; poiché espone con frasi eleganti una serie di argomenti concatenati; eccoli: — I pregi di mio marito vi furono ignoti, però non li avete celebrati; quindi voi avete perduto occasione di mostrare la vostra eloquenza; ed egli ha perduto la fama che gliene sarebbe ridondata; ma s’io avessi l’ingegno vostro, e voi sentiste la mia passione, non saremmo forse rei lutti e due; voi, per avere taciuto le imprese di un uomo grande; io, per essermi indegnamente accinta ad esaltarle. — Sì fatta guisa di sillogismi rimati erano e sono in gran voga; ma domandano piuttosto arte che genio; e dove non sono immagini, non è poesia: bensì questo sonetto regge alla lettura per il dolore che vi traspira. — Nel primo verso il dir Sole per significar un individuo soprannaturale perfetto, è metafora enfatica della quale il Petrarca abusò; e peggio i suoi miseri imitatori tanto che il pittore Salvator Rosa disse arguto in una delle sue satire:

Le metafore il Sole han consumato.

Del resto non fu illustre personaggio a que’ tempi, che non siasi innamorato della nostra poetessa. Pare ch’essa abbia serbato il cuore sempre vicino alle ceneri di suo marito; ma fra’ suoi adoratori Michelangelo fu, se non rimato, almen prediletto; ei stavale accanto mentr’essa moriva; e dopo molti anni e già vecchio dolevasi perchè non s’era attentato di darle un bacio santo in quel frangente dell’eterno congedo.

Veronica Gambara. Bresciana, accasatasi a Correggio col signore di quel paese; ma, come la Colonna, serbò anch’essa il nome della casa dov’era nata. — Questo sonetto è pur dissimile dal precedente. Ha un tenore spiritoso e soave; un entusiasmo graziosamente femminile; e arieggia l’arte e la fantasia de’Latini: infatti imita alcuni tratti dell’eglo-