Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/96


59

vere. Or per me stimo non potersi mai volgere l’intelletto degli uomini verso le cose meno incerte e per continuo esperimento giovevoli alla loro vita, prima di correggere le passioni dannose del loro cuore, e di distruggere le false opinioni; il che non può farsi se non eccitando col sentimento del piacere e del dolore nuove passioni, e con la speranza dell’utilità fecondando di migliori opinioni la lor fantasia. Se dunque l’eloquenza è facoltà di persuadere, come mai potrà dipartirsi dalle umane passioni, e come la ragione e la verità staranno disgiunte dall’eloquenza? Però questa distinzione d’illuminare e di dilettare fu a principio pretesto di scienziati che non sapeano rendere amabile la parola, e di letterati che non sapeano pensare. La filosofia morale e politica ha rinunziata la sua preponderanza su la prosperità degli stati da che, abbandonando l’eloquenza, si smarrì nella metafisica; e l’eloquenza ha perduta la sua virtù e la sua dignità da che fu abbandonata dalla filosofia e manomessa dai retori. Sciagurati! si professarono architetti di un’arte senza posseder la materia; fantasticarono limiti alle forze intellettuali dell’uomo; s’ eressero dittatori dei grand’ ingegni; ambirono di magnificare le