Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/81

44

con quanti anni di sudore, con quanta prepotenza d’oro e d’imperio, con quanta moltitudine di mortali la piramide di Ceope1, sorgesse quasi insulto all’ambizione e di Cambise e d’Alessandro e dell’astutissimo Augusto, e del più ferocemente magnanimo tra i discendenti d’Ottomano, e di quanti trionfarono e trionferanno d'Egitto2: i Romani e l’oriente videro ed adorarono in Grecia le sembianze immortali di Giove trasferite dall’Olimpo in terra da Fidia: Michelangiolo e Rafaele astraendo dalla commista ed inquieta materia le forme più nobili e le più venuste apparenze, ed animandole e perpetuandole nelle tele e nei marmi, consecrarono in Italia un’ara alla bellezza celebrata dalle offerte di tutta l’Europa; e l’innalzamento delle piramidi, e la divina ispirazione di Fidia, e il genio

  1. La prima o la maggior piramide fu eretta da Chemi, secondo Diod. lib. I, 64; o da Ceope, secondo Erodoto, l. II, 126.
  2. L’Egitto fu sempre insanguinato dalle guerre straniere cittadinesche e servili; ma la storia ci presenta tre celebri conquistatori, Cambise che desolò ed imbarbarì tutto l’Egitto mediterraneo; Alessandro, che fabbricando la capitale nell’Egitto marittimo, ridusse quel paese all’antica prosperità, e riunendo la delicatezza greca all’acutezza africana, lo lece scuola delle scienze e delle arti: finalmente Selim I, che lo tolse ai Circassi: su di che vedi Demetrio Cantemir, Storia della casa ottomana, vol. XI.