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spogli di molte ingannatrici apparenze le cose che furono, che sono e che saranno; tu animi di fiducia chi ti sente; nobiliti la voce di chi ti palesa; diradi con puro lume e perpetuo la barbarie, l’ignoranza e le superstizioni; te, senza di cui indarno vantano utilità le fatiche degli scrittori, indarno sperano eternità gli elogi dei principi ed i fasti delle nazioni: te invoco, o amore del vero! Armami di generoso ardimento, e sgombra ad un tempo l’errore di cui le passioni dell’uomo, o i pregiudizi del mio secolo m’avessero preoccupato l’animo. Fa che s’alzi la mia parola libera di servitù e di speranze, ma scevra altresì di licenza, d’ira, di presunzione e d’insania di parti. La tua inspirazione, diffondendosi dalla mente mia nella mente di quanti mi ascoltano, farà sì che molti mirino più addentro e con più sicurezza ciò ch’io non potrò forse se non se veder da lontano, ed incertamente additare. Che s’io, seguendo te solo, non potrò dir cosa nuova, perchè tu se’antico e coevo della natura, la quale tu vai sempre più disvelando al guardo mortale, mostrami almeno la più schietta delle sue forme; moltiplici forme, che, or velate d’oscurità, or cinte di splendore, sconfortano spesso ed abbagliano chi le mira.