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più ragionevole e saggia dello schiarimento di cui fate menzione? E avreste voi fatto altrimenti?

Alla pag. 64 dopo esservi maravigliato che Foscolo non cedesse a quel piacere e a quella vanità che quasi tutti abbiamo di parlare delle nostre famiglie, soggiungete, che se egli non facesse menzione della sua buona e benefica madre nel Iacopo Ortis si direbbe che fosse nato come un fungo o fosse un uomo caduto dal mondo della luna.

Perchè egli non ne parlasse mai con voi, non lo so, ma ch’egli ne facesse menzione, e ne scrivesse quando il caso si presentava, lo so io, lo sanno quegli che gli erano intimi e veramente amici, e ve lo proverà il seguente passo (fra mollissimi che potrei citarvene) di una sua lettera scritta da Londra il 15 settembre 1826 al sig. Dionisio Bulzo, quand’egli divisava di abbandonare l’Inghilterra, per andare a stabilirsi al Zante.

«Proverò con gli irrefragabili documenti degli archivi veneti, che la famiglia mia da molte generazioni in qua, fra molte sue vicissitudini, pur sempre si è preservato il diritto e il fatto di cittadinanza e di patriziato nelle Isole Jonie, e che parecchi de’ miei antenati discendenti da Marco Foscolo, se-