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ne’ principii della morale letteraria, rivolgendo sempre gli studi all’amor della patria, all’indipendenza dell’opinione, ai nobili affetti del cuore, e alla costanza della mente. Ed io vi prometto che siccome non mi sono mai dipartito da questa morale, cosi il desiderio di esservi in alcuna maniera congiunto farà si che io non mi smuova da questo santo proponimento; ed oggi sarei più reo che mai se l’abbandonassi; da gran tempo la fortuna ed io ci siamo esperimentati, e se ella m’ha talvolta ferito non dirà certo d’avermi mai vinto.

Or dunque vivetevi lieti e memori talvolta di me, com’io non potrò mai dimenticarmi di voi, seppure non mi dimentico delle lettere e della patria, alle quali solo sono pur debitore; e l’anima mia benchè spesse volte agitata non è almeno inondata da turpi e sciagurate passioni. Amiamo dunque le lettere per questo frutto che ci somministrano, frutto non soggetto ad esserci carpito dalle usurpazioni della fortuna, nè corrotto dalla umana malignità; seguiamo la natura appigliandoci veementemente all’arte a cui ci ha destinati;seguiamo la filosofia rivolgendo quest’arte alla nostra propria prosperità. Acquistiamo la ricchezza dell’animo, e con essa sapremo usare delle ricchezze se l’arte nostra ce le potrà procacciare con