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sventura e di far sì che voi non acquistiate una tarda saviezza al costo d’un inganno prematuro.
Ascoltate dunque la mia preghiera, e ripensate da voi stessi a ciò che in queste tre ultime lezioni vi ho detto: voi aggiungerete così ragioni alla mia gratitudine, se pure v’è caro il pensiero ch’io benchè disgiunto da voi possa esservi legato se non altro con la riconoscenza e l’amore. E certamente un nodo più sicuro e più stretto sarebbe stato quello dell’unione ne’ principii dell’arte; perocchè nè le fazioni delle scuole, che attizzano inimicizie tra i cultori della letteratura nè la diversità delle opinioni che, benchè frivole per se stesse, sono sovente gravissime e micidiali ne’ loro effetti avrebbero potuto frapporre omai alcuna lite fra voi e me, ed io acquistando sempre maggior speranza, e maggiore stima di voi, e voi maggiore fiducia verso di me, la nostra unione sarebbe stata infrangibile e sacra. Ma questo omai non mi è dato e poichè il miglior uso della letteratura si è quello di rivolgerla alla costanza dell’animo, noi acquistando colle lettere questa virtù sosterremo virilmente la presente disavventura, e in qualche modo la compenseremo se voi tutti ed io cercheremo almeno l’unione