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sono mai lontane dal mio pensiero: amo i miei amici; odio i miei nemici, perchè amo la virtù e detesto la turpitudine: ma io non combatto i nemici coll’armi della calunnia e della satira. L’invidia non impetra da me che un disprezzo umiliante: io mi vendico si, mi vendico abbandonandola all’ulcera che le mangia la metà del cuore. Nè mai il gracchiare del corvo timido arresterà il volo dell’uccello ministro de’Numi, che traversa rapidamente le vie del sole. In mezzó al flusso e riflusso delle gioie e dei dolori che s’aggirano intorno al capo dei mortali chi può lusingarsi d’una costante prosperità? Io ho rivolti gli occhi intorno; ed accorgendomi che si è più felici nella mediocrità, ho compianto il destino de’ potenti ed ho supplicato gli Dei di non opprimermi sotto il peso di sì invidiata felicità. Io viaggio per semplici vie, contento del mio stato, riconoscente all’ingegno che i Numi mi hanno abbellito: amato da’ miei cittadini, ogni mia religione è riposta nell’usare degnamente dei doni del cielo; ogni mia gloria sta nel piacere che i miei versi recano agli uomini ed a me stesso; ogni mio piacere nel palesare liberamente ciò che mi sembra bello o nefando. Cosi m’avvicino alla ricchezza. Me beato se io giunto ai neri con-