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passioni che esercitandole in noi stessi sino alla sazietà ed al fastidio, sino insomma a conoscerne la vanità, cadiamo finalmente in quel disinganno che ci fa non curanti di noi e di tutto quello che esiste, e che d’uomini e forti ci rende fanciulli e pusillamini, e supertiziosi.

Oh se con questo avvertimento voi meditaste gli annali tutti in cui stanno scritti gli errori, le virtù, le passioni, i delitti, e le opinioni degli uomini, quanti mortali appunto vedreste a cui questo terribile disinganno fu causa di sciagure irrimediabili e di vituperio e di morte. Io non vi ritornerò a rammentare il suicidio di tanti filosofi, i quali non afflitti dal tormento ma noiati dalla vanità delle passioni cercarono scampo sotterra. E certamente, oltre le triste riflessioni che li guidarono a passi tardi ed incerti sino al sepolcro e ne prolungarono l’amarezza del viaggio, essi che erano pure uomini soggetti a tutte le leggi della natura, accorrevano a disperati e crudeli combattimenti che l’instinto della vita oppone pertinacemente a chiunque si delibera di abbandonarla. Ma il disinganno delle passioni appare più funesto appunto negli uomini che si reputavano e sono anche a nostri di reputati i più possen-