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delle lettere. ha bisogno di essere temperata, e soprattutto in modo da fuggire la sventura annessa alla gloria, quella cioè del disinganno.
Ora da quanto si è nelle due precedenti lezioni trattato, molti di voi potrebbero appunto inferire che se le lettere non possono direttamente rivolgersi nè alla beatitudine della ricchezza, nè a quella della gloria, le lettere vanno abban donate e neglette, essendo misera pompa e campo sterile di utile messe, e frondoso soltanto di piante velenose e di fiori caduchi: così che voi cadeste appunto in quel disinganno che è l’unico scoglio che l’uomo deve accuratamen te schivare: al che giungesi, credo, con la verità e l’applicazione di questo principio a cui piacciavi di attendere perchè forma la prima parte di questa lezione ed è — Che tutti ignorano l’essenza, la mente e le forze della natura; ignorano la causa che li fa pensare, volere, operare: ma che tutti nondimeno vivono quasi avessero un fine certo e determinato e sapessero d’onde parta e dove finisca la loro vita. —
Gli agenti che secondano eternamente le leggi della natura, la quale pur vuole l’esistenza del genere umano, e che malgrado l’arcana ignoranza di noi stessi ci fanno vivere in questa sicurezza e speranza; questi agenti sono le no-