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do d’illusioni ch’egli illuminava, dileguasi, e l’uomo che a quelle visioni si consolava, che viveva in quel mondo incantato, e per cui si nudriva la mente e riscaldava le proprie passioni, rimansi desolato, misero, errante nelle tenebre e nei deserti; e brancicando quà e là senza più mai sapere a qual altro asilo ricorrere: il che con altre parole fu da me detto, ed or giova ripeterlo, ed io vi prego ( nè altra cura mi muove se non quella del vostro bene), vi prego di ripetere a voi sempre questa massima, e di meditarla, e di confermarla colla vostra stessa esperienza e col vostro proprio ragionamento: il peggior danno che possa arrecare all’uomo la filosofia, il male che solo pesa più di tutti i beni che ella produce, si è il pirronismo delle idee, e il freddo silenzio delle passioni, per cui l’uomo diventa o cattivissimo, o infelicissimo. Ma questo male ha per radice funesta l’amore della gloria che quanto più diviene eccessivo e sicuro, tanto più si disinganna da se medesimo, simile al fuoco che parco riscalda ed eccessivo distrugge. Non è dunque diretto il mio discorso se non a mostrarvi che come la sola ricchezza non basta a’progressi delle lettere e all’acquisto della felicità de’ letterati, così la gloria che pure è l’unico eccitamento