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riuscirei, di trascurare la gloria perchè ella è non solo naturale, ma bello; ed eterno desiderio degli uomini; però ucciderebbe la radice delle lettere chi potesse ne giovani estinguere questo fuoco che le alimenta; bensì come l’abuso d’ogni passione nuoce all’uso, ed il fuoco che prima manteneva ne’corpi il moto ed il calore, ove s’accresca oltremodo soffoca ed incenerisce, così siavi per ora provato che le lettere non possono vivere senza gloria, ma che ove siano unicamente rivolte alla gloria non possono se non accrescere il dolore, i vizi e il vituperio di chi le professa. Da qual altro rimedio sia temperata questa passione, e con che mezzo si possono rivocare le lettere a vero e certo vantaggio dei loro artefici, poichè trafficandole per danaro o per fama a ciò non si giunge, sarà questo il soggetto della lezione di domani. dacchè oggi il discorso si protrarebbe oltre ciò che il tempo e la vostra attenzione potrebbero comportare. Domani dunque con la terza parte di questo discorso chiuderò le poche lezioni che le imponenti circostanze e i decreti della fortuna mi hanno conceduto di scrivere.