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starsi gloria veruna? Con quanta sfacciataggine maggiore, con quante cabale, con quanta perfida ipocrisia non cercheranno di procacciarsi se non altro quel rumore d’applauso che per breve tempo può avere apparenza di gloria? Ma ciò che prova quanto appunto la fortuna si rida dell’umana ambizione si è, che i passi ove Lucceio parlava di Cicerone, e quelli ove Tacito importunato forse dall’amico avrà parJato di Plinio, (perchè anche Plinio fa in una epistola la stessa poco modesta domanda a Tacito), Questi passi storici si sono perduti, e non restano più che le lodi che que’due ambiziosi accattavano; sono bensi restate quasi per loro di spetto e per monumento della loro vanità le lettere con cui Cicerone e Plinio cercano d’essere l’uno ingenuamente, l’altro immeritevolmente tramandati alla memoria degli uomini.

Or tu che ci hai palesate le calamità della gloria negli animi generosi e negli alti intelletti; e i suoi vizi ne’ cuori bassi e negli ingegni mediocri vorrai per conseguenza inferiore che le lettere non vanno coltivate per amore di gloria? Certo che questa vostra domanda è direttissima, nè può essere lasciata senza risposta: ma questo per ora sommariamente rispondo, che nè io potrei consigliarvi, nè consigliandolo