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le lettere familiari e specialmente per quelle ad Attico, perchè e sono dettate con ben altro stile che quelle di Plinio, e contengono aneddoti più importanti e più ricchi, mostrasi nondimeno si affannato di lode che scrivendo a Lucceio storico del suo tempo gli raccomanda: te plane etiam atque etiam rogo ut me ornes vehementius etiam, quam fortasse sentis, et in eo leges historiae negligas1.

Aveva egli bisogno Cicerone di questa bassezza, egli che era già stato chiamato e padre della patria, e reputato dottissimo delle scienze filosofiche del suo tempo, e riconosciuto sommo oratore; ei ch’era certissimo di vivere eterno tra’ posteri, che fu imperatore d’eserciti, consigliere di Bruto, antagonista di Cesare, nemico generoso e trionfatore per alcun tempo di Marc’Antonio che allora dominava la metà del mondo; egli in somma che era stato l’attore più illustre nel teatro più grande dell’universo e nell’epoca più luminosa de’ secoli?

Or se i vizi in cui l’amore di gloria si va corrompendo, appestano le anime d’uomini grandi, che dovremo aspettarci di quelli che per se stessi non hanno nè forza, nè diritto d’acqui-

  1. Lib. v ad fam. epist. 12.