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di acquistarla generosamente con lunghi studi: ma questo applauso fa egli felice l’uomo letterato? Ed ecco pur sempre la somma della questione cui dobbiamo dopo ogni ragionamento ridursi: poichè se l’applauso comunque carpito bastasse alla felicità noi saremmo ingiustissimi se volessimo contenderlo o condannarlo. A ciò fia non molto risponderemo, ma giova che prima si vedano i costumi e i caratteri di que letterati che cercano l’applauso volgare con l’intento di ottenere per esso gli onori e gli emolumenti. Se quella di cui finora si è detto è genia cieca, questa di cui si dirà è perfida perchè nuoce per professione.

Di quali principii morali si valgono per trafficare la letteratura onde ottenere danari e cariche l’abbiamo esaminato nella parte prima di questo discorso, dove se n’è abbondantemente parlato; e s’è conchiuso ch’essi non possono essere per questo mezzo felici. Però si fatti letterati devono nelle nostre considerazioni tenersi necessariamente compresi nella categoria degli scrittori venali; ed a loro si applichi la conseguenza che s’è dimostrata. Ma perchè a trafficare la letteratura col danaro non giungono se non trafficandola prima con l’applauso, è necessario che si veda