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la Gerusalemme del Tasso. Alcuni pensieri su l’arte poetica, pensieri degni di quel sommo intelletto, che adornano quel volume, sono affogati nello stile grammaticale, ove quel grand’uomo recita ad un tempo da sofista e da poetastro, assottigliando il fumo e gonfiando le minime cose. E di questi deplorabili fatti sono pieni gli annali della letteratura d’ogni nazione ove non l’ignoranza nè la superstizione, ma la dottrina combatte contro la dottrina, la filosofia contro la filosofia, e talvolta l’onestà contro l’onestà. Pascal dopo d’avere fatto una critica religiosa e ragionata al libro di Michele Montaigne, infervoratosi poi nelle sue speculazioni teologiche, lacera di due tratti di penna il nome del filosofo francese, e ne’pensieri cristiani in un luogo lo chiama sciocco, ed infame in un’altro. Ognun sa la lite tra il Newton e il Leibnizo, e nel tempo stesso l’ipocrita riservatezza con cui quell’illustre inglese si diportò in quella battaglia ove per onore di gloria cercò accusar l’altro d’usurpazione. D’altra parte quante prigioni piene di letterati nelle rivoluzioni politiche, quanti esili ove gli uomini più illustri si videro per ogni terra vagabondi, quanti roghi fumanti del sangue arso di uomini che con la fama loro tennero