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d’ogni nazione sino a Kant che tornò all’idealismo, s’accorgerebbe che se gli errori sono di questi autori, il fondo della verità de loro libri è tutto desunto dalle teorie del libro di Lo cke. Le prove di questo libro erano sì evidenti, e tale la forza dell’eloquenza con cui vennero esposte, che per i primi dieci anni niuno osó turbare nè la pace nè la fama di quell’autore. Ma poichè s’accorsero che quelle verità non si ristavano nella sola teoria, ma che s’erano rivolte alla pratica, primi fra tutti gli ecclesiastici inglesi, e quindi maestri e discepoli di sistemi ideali si sfrenarono si direttamente sul libro, e dal libro che era per se stesso insensibile, i più maligni e i più accaniti rivolsero le loro vendette sull’autore, al quale perch’era anch’egli, come noi tutti, uomo di carne e di sangue, vollero far parere amara la vita e terribile la vendetta per mezzo della calunnia, della povertà e dell’esilio. Che se Giovanni Locke non si fosse armato di onestà, di fortezza, e di tutte le virtù che lo studio dell’uomo e la rassegnazione ai decreti della natura possono somministrare a’ letterati; s’egli al contrario non avesse amata che la gloria, e vedendola perseguitata, piagata e derisa, avesse, come pur molti fanno considerate come sue proprie