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cieca ingiustizia degli uomini. E come mai il poema del paradiso perduto doveva lusingare Milton di tanta immortalità, come consolarlo delle sue tante sventure nella vecchiezza, se poichè l’ebbe scritto e stampato, niuno emolumento trasse dallo stampatore, niuno applauso dal pubblico, niuna fama, niun suono insomma di lode? Rimasesi quel divino poeta nel lungo esilio, cieco, povero, allontanato da una moglie a cui egli non potè perdonare la infedeltà, abbandonato da’ suoi concittadini per l’indipendenza de’ quali egli aveva con arditissimo cuore affrontati danni e pericoli, dimenticato dall’universo; e trent’anni dopo che egli consunto dall’afflizione e dalle infermità ebbe pace sotterra, ov’ei scese con l’amara certezza di seppellire nella medesima fossa il suo nome, trent’anni dopo sfolgorò la gloria dėl poema di Milton... ma Milton giacevasi cenere fredda, insensibile; i sacri occhi chiusi in notte eterna non potevano più essere compensati delle lacrime che avevano si lungamente versato su le persecuzioni e la ingratitudine dei mortali. Camoens, che nella Lusiade.diede un nobilissimo poema epico al Portogallo e all’Eu ropa, visse poverissimo e ramingo tra i naufragi e le carceri; il suo cuore che aveva tanto