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l’esempio del Petrarca e di tant’altri che furono venerati a’loro tempi, e godono altissima fama nelle generazioni de’ posteri, due ragioni s’hanno a rispondere: primamente che pochi hanno in sorte indole naturale pari a quella di que’ pochi grandi che associarono alla contentezza della vita la celebrità del nome; e per questa ragione parmi che gli esempi arrecati non servano tanto alla regola generale, quanto alla eccezzione: in secondo luogo (e questa è ragione radicale) che gli uomini celebri allegati, e specialmente il Petrarca, non hanno goduto di qualche contentezza, libertà, e tranquillità di vita se non appunto perchè la gloria non fu l’unica loro mira, nė la perpetua e prepotente passione dominatrice del loro pensiero, bensi perchè rivolsero i loro sensi alla nobiltà dell’animo, e si armarono delle lettere contro le turpi passioni e contro l’ignoranza del volgo de’ potenti e i capricci della fortuna. Però se noi divagheremo dal nudo soggetto, e lo adombreremo di questioni secondarie, difficilmente giungeremo a conoscerlo: giova dunque ripetere che s’hanno a considerare gli uomini letterati come unicamente aspiranti alla celebrità, sacrificando per conseguenza, a questo desiderio tutti gli altri beni