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di Mecenate e degli Augusti ricorrono si frequentemente nel mondo; pochissimi hanno quella mirabile filosofia di Pindaro da sapersi appigliare a tale temperamento di onestà e di guadagno; e nel fondo, Virgilio e Pindaro non volgeano in tutto come Orazio le lettere al traffico del solo danaro, nè quest’era la principale cagione, bensi l’accessorio degli scritti di que’due sovrani scrittori. Non si può dunque col loro esempio distruggere ciò che si è conchiuso poc’anzi, ed è; che lo scrittore che non tende che alla sola ricchezza, ed a questo unico scopo assoggetta le lettere, nè può se non lusingare le opinioni e le passioni di chi la possiede e può darla. Or le passioni e le opinioni degli opulenti essendo inquietissime spesso, spesso conosce il letterato, che nel secondarle non può essere che sciaguratissimo. E certamente prima e somma sciagura si è quella di non poter dire sempre quelle verità che ci parlano nel profondo dell’animo, e che crediamo utili all’arte e alla patria, ma che affrontano lo sdegno de’potenti; però il profeta Calcante negava di dire il vero benchè fosse ispirato dai Numi, e volle prima che Achille gli promettesse difesa.

Però che i due doni l’uno della ragione non l’abbiamo dalla natura se non per discer-