trice degli umani dolori gli giova omai se non per piangere più amaramente sovr’essa le gioie perdute, e che tu solo puoi rendergli. In queste ultime strofe della quarta ode Pitica, eccovi un modello di finissima lode e di umanissima libertà. Pindaro non nega d’essere persuaso da’doni di Arcesilao, ma non per questo cessa di esortarlo alle regie virtù e alla clemenza; loda altamente se stesso, ma con quanto amore non palesa egli il merito di Demofilo? Nel tempo che egli celebra un re insanguinato ancora ne trofei della guerra civile, osa raccomandare i pregi di un’incognito repubblicano esule dalla patria che pur non aveva nè ricchezze nè potestà di gratificarsi l’animo del poeta. Quindi appare che il lirico greco reputando, come s’è detto, due beni indispensabili alla vita, la virtù, e la ricchezza, non seguiva la virtù così eroicamente che gli togliesse la ricchezza, nè anelava sì vilmente alla ricchezza che gli contaminasse la virtù. Io vi ho lungamente recati gli esempi e il paragone di tre illustri poeti nel contegno della loro vita in ciò che riguarda il guadagno perchè possiate aver campo d’imitazione e di ragionamento. Ma pochi possono avere l’ingegno e le circostanze di Orazio e di Virgilio, ne’ secoli