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filo; ti guerreggiò nelle battaglie civili quando ei sperava di liberare la patria. Ah non sapea che la pace, benchè servile, dev’essere preferita ad una sanguinosa libertà! Ma Demofilo giovine ancora negli anni non s’accorgea che la vita rapidissima ed incerta precipita, e che i pochi beni presenti vanno colti senza fidarsi nell’avvenire, il quale o non viene, o viene dopo avere scemati i giorni dell’uomo. Ma questo giovine è caro ad Apollo ed a me: lui piangono i suoi concittadini, lui sospirano le vergini Orenee, che pel suo ritorno apparecchiano corone di soco; cola la madre domanda nella disperazione del suo dolore un’urna dove possa raccogliere almeno le ceneri del figliuolo e lagrimare nella sua vecchiaia sovr’essa.
Ma tu, o re, richiama Demofilo dall’esilio: mostra alla sua patria, e a lui, tutto lo splendore delle tue virtù, persuadilo colla tua clemenza; e me pure il tuo valore e i tuoi doni persuasero a celebrarti allora anch’ei t’allegra l’animo colla stessa dolcezza ed armonia delle muse le quali sorridono a quest’inno. Intanto Demofilo siede dolente sulle montagne di Tebe e volge gli occhi alle spiagge australi ove lasciò la sua patria, nè la lira conforta-