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camente la virtù in modo che egli perdesse così la ricchezza. Abbiamo già veduto com’egli cantasse senza apparenza di adulazione i nomi de’ vincitori de’ giuochi; e come nel tempo stesso non sacrificasse la letteratura alle passioni basse e alle dannose opinioni degli uomini. Vediamolo anche alle strette. Pindaro fu in una occasione incalzato e dall’avidità del danaro e dal timore del più forte. Arcesilao Re di Cirene volle essere celebrato dal poeta Tebano. Il poeta desume argomento di poesia nobilissima illuminando i tempi eroici quando Giasone nelle sue imprese cogli Argonauti fondò il regno di Cirene; loda quindi Arcesilao paragonandolo indirettamente al fondatore del suo regno; e con l’esempio della sagacità di Giasone gli suggerisce consigli altissimi di politica necessaria a’regnanti. Ma Giasone, conclude il poeta, Giasone ch’ebbe a tollerare tante avversità delle sorti, tanti pericoli nelle imprese, tanta invidia degli uomini, perch’era clemente e magnanimo vinse non solo i concittadini, ma i nemici stessi colla generosità che egli avea imparata da Giove immortale, che perdonò a Titani e sciolse Atlante dalla pena che egli erasi meritata. E d’una colpa, ma sola, ma nobile colpa è reo verso di te il poeta Demo-