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i mortali ricambiandosi i loro beni s’aiutano reciprocamente a fornire questo loro affannoso viaggio dalla culla alla tomba. Egli dunque secondava la propria passione, ma palesemente e liberamente; egli offeriva lodi per oro; ma per l’oro soltanto di quelli che l’avevano acquistato per mezzo di nobili imprese e che quindi erano degni di lode. È anche memorabile l’accorgimento di Pindaro nel lodare que’ vincitori di giuochi, i quali sovente non erano che cittadini privati e di fama poco celebre nella Grecia. Nè la vittoria, nè i nomi erano tali da conferire a un’alta poesia, e da giustificare le lodi. Ma il poeta coglie l’occasione dei vincitori per celebrare le città greche a cui egli apparteneva; rammemora il valore degli antenati di coloro a cui l’ode si dirigeva; i trofei della sua patria, la santità delle sue leggi; ed illumina la storia passata d’una repubblica, consiglia indirettamente chi la governa sotto pretesto d’onorare il di lei cittadino. Idoleggiava nel tempo stesso tutte le sentenze della filosofia, tutte le massime della politica, tutte le opinioni della religione, e diffondeva così le verità utili e care alla Grecia, esercitando in questo modo le più forti passioni e le opinioni più santificate di una intera nazione.