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chi non aborrisce la viltà d’un poeta che insulta ail un vecchio venerando ed inerme, perseguitato dal più forte, e a cui non rimaneva in quella condizione di Roma altro protettore ed amico che la sua virtù, nè altro asilo che il sepolcro dei suoi maggiori? Concedasi ad Orazio di vantarsi d avere disertato nell esercito di Unito, e quando militava per la repubblica, gettato vilmente lo scudo; concedasi eh egli si faccia merito di spergiuro, e di codardia presso Augusto capitano poco leale e poco valoroso egli stesso; concedasi che Orazio con la propria infamia magnilicandola in versi eleganti, si meriti protezione e danari. Orazio stesso ncH’epislola a Giulio Flaro fu professione eli’ egli aveva scritti versi per fuggire la povertà, e che divenuto agiato non aveva più cagione di scrivere
Paupertas impulit audax
Ut versus facerem.
Se per altro in alcune circostanze sarà tollerabile che si venda l’ingegno, è cosa ad ogni modo esecrabile per tulli gli uomini, e sacrilega in ogni tempo il perseguitare la virtù, il calpestare la vecchiezza inerme, l’invitare la possanza d’un principe contro la debolezza d’un cittadino innocente; e non per altro