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stra memoria tutto ciò che avete letto ne’ libri intorno all’uso che gli uomini fanno della ricchezza; volgete gli occhi e il pensiero a’ vostri concittadini, e confesserete che di questo bene si fa le più volte il peggior uso possibile, e che l’ignoranza. l’orgoglio, la vanità, la crudeltà, la dissolutezza, la oscenità, l’ingiustizia, l’avarizia, l’inumanità in somma hanno per loro incitamento gli agi e l’opulenza, e che se v’è bene che si corrompa nell’uomo è certamente questo della ricchezza. Che se tali sono per lo più le passioni e le opinioni degli opulenti, l’uomo letterato che per avere danaro cerca di secondarle non può essere che sciaguratissimo. Però che egli è sottoposto ai capricci ed alla malignità delle passioni alle quali interde di vendere la sua merce. Domiziano odiava la virtù di Tito mentre era imperadore, dunque Stazio che voleva oro ed impieghi da Domiziano, che uccise Tito e che ne abbruciò fino le ceneri, doveva come fece, comporre la Tebaide. e dipingere Tito sotto le sembianze di generale usurpatore del trono del fratello. Augutsto temeva ancora la memoria di Bruto, e la costanza di Labeone, e Orazio dovea insultare all’ombra di Bruto, e versare fiele e sarcasmi