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rale tendenza e per l’educazione ed i casi sociali s’appiglia all’esercizio d’un arte, non può senza nota d’insensatezza trascurare quell’utilità che l’arte potrebbe recargli. E s’è già dichiarato essere sovrumana fortuna applicare la letteratura a tutti e tre i diversi traffici di cui l’abbiamo creduta capace; ben si può acquistare per essi o sapienza, o gloria o voluttà, o due fors’anche di questi beni, non tutti ad un tempo, e se talvolta tutti, non mai certi e perfetti, quantunque a tutti aspiri infaticabilmente la nostra immaginazione. Or se in noi sta la scelta, scelgasi, e soprattutto scelgansi i mezzi che ci facciano prosperare quella parte di traffico da noi preferita, e ce la preservino in modo che nè spada d’uomo, nè immutabilità di fortuna valgano a rapirnela mai.
Però s’io non ebbi nè sì accomodata occasione, nè ingegno sì pronto di dichiararvi com’io aveva intrapreso i principii che guidano alla letteratura, crederò di soddisfare in parte al debito suggerendovi alcuni consigli, perchè quando altri precettori, o il vostro genio v’abbiano guidati alle lettere, possiate poi farle strumento della vostra prosperità. E a che mai giovano la bellezza, il valore, il sapere, la ricchezza; a che la stessa virtù se questi beni non si ri-