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le inquiete vicissitudini degli stati, e il decadimento delle arti d’immaginazione, e il freddo calcolo delle scienze a cui par che si vogliano sottoposte tutte le grandi e generose forze degli ingegni e le fazioni delle scuole letterarie, e la scarsezza degli uomini grandi in letteratura mi avvisano che difficilissima è la gloria, e scarsi gli emolumenti della letteratura; che chiunque la coltiva non deve riguardarla come feconda di onori, di comodi, e di riposo, ma soltanto come consolazione del cuore, ed aiuto alla costanza della mente e alla interna dignità della vita.
Ma pure anche questo nobile e discreto fine a cui, rinanziando ad ogni altro profitto, possiamo rivolgere i nostri studi, da quanti inciampi non è attraversato? l’ignoranza degli uomini potenti, l’invidia de letterati avari e venali, le cieche vicissitudini che governano il genere umano, le perplessità finalmente delle nostre passioni congiurano sempre a smoverci da forti proponimenti, e ad intorbidarci nell’animo la sorgente de’ più secreti e disinteressati conforti.
Questa considerazione sulla difficoltà somma di procacciare a noi stessi la voluttà e la pace del cuore per mezzo dello studio, mi trasse ad esaminare particolarmente per quali ca-