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S’ei rincontra nel purgatorio quella sventurata Madonna Pia, che il geloso marito fè perir di lenta morte, condannandola a rimanersi esposta a contagiosi miasmi che esalavano dalle maremme, invece di porre a lei in bocca lunghi sermoni, la fa parlare in questi termini;

Ricorditi di me che son la Pia.
Siena mi fè; disfecemi maremma;
S’alzi colui che inanellata pria
Di sposandoFonte/commento: 460 m’avea colla sua gemma.

Purgat., c. 5, ult.

La tenera melanconica melodia di questo ammirabile passaggio ne accresce l’effetto. Dapprima Madonna già vuole che si faccia di lei memoria; nulla di più tenero che il desio che ella esprime di vivere ancora nella rimembranza degli amici. La timidezza di sua domanda; la maniera con che fossi conoscere, senza scusare se stessa, nè biasimar l’autore di sua morte; il rammentar suo marito ch’ella dinota soltanto facendo allusione alle prime promesse di sua fede e non alla di lui crudeltà; queste dolci idee di felicità e di gioie domestiche, che ricordate rinvengonsi nell’ultimo verso formano il più patetico insieme, nel suo laconismo e nella sua semplicità.

Forse il singolar talento del poeta, il trat-