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tero a Firenze; la loro presenza vi eccitò un fervore di devozione sì ardente, che coloro i quali gli aveano dapprima scherniti e censurati, non tardarono ad adottarne la foggia del vestire e ad unirsi alle processioni, come se fossero stati subitamente ispirati. Il popolo fiorentino si divise in quattro squadre, che seguirono varie direzioni, furono da per tutto accolti come lo erano siati i Lucchesi in Firenze e percorsero l’Italia. Nondimeno calmossi questa gran divozione e nuovamente si corse all’armi1».

Tale si era allora il potere della religione. Alcune sette di manichei, aspirando alla pretesa purità e santità, abbandonavansi, se vuolsi prestar fede a’ cronicisti di quel tempo, alle più infami sconcezze. S. Domenico istituiva la inquisizione e portava ferro e fuoco da per tutto ove credea scorgere l’empietà. I frati minori e predicatori, degenerati ben presto, vivendo ancora i lor fondatori, non rassomigliavano in nulla a’ cistercensi, a’ benedettini, che erano vissuti come i santi Patriarchi da severi asceti o da signori feudali. Eglino introducevansi nelle famiglie, mostravansi in tutti

  1. Hist. fiorent., lib. xiii, cap. 1.