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teatrale eseguita sul ponte d Arno due anni prima che ne fosse partito.
Tutte le visioni infernali alle quali il medio evo ha dato origine sono state allegate da tutti a vicenda quai modelli della Divina Commedia. Si è preteso aver cercato il poeta le sue inspirazioni nel Romanzo di Guerino; nel canto del Trovatore che scende giù all’inferno; nella Visita dell’inferno; nel Viaggio per lo inferno conti divoti e meravigliosi che si appartengono al XII e XIII secolo. Una Visione d’Alberico, monaco di monte Cassino1, ha sovratutto chiamalo l’attenzione dei dotti. Cotest’Alberico non avea che nove anni quando fu rapito da una colomba, che gli fece vedere l’inferno, il paradiso, e il purgatorio. Come una sì formale analogia sarebbe sfuggita a quegli occhi lincei la cui perspicacia scopre tanti rapporti chimerici, trasforma in realità le conghieltture, e non sa farci grazia di veruna ipotesi?
Ma la visione d’Alberico non è un fatto isolato di cui trar se ne possa alcuna particolare induzione. Dopo lo stabilimento del cristianesimo abbondarono le visioni; san Cipriano e santa Perpetua ebbero le loro. Il genio misti-
- ↑ Osservazioni intorno alla quististione sopra la originalità di Dante, di Franc. Cancellieri. Roma 1814.