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la di cui luce forma la misura del tempo1»; presentire la vera natura della via lattea2; e indovinare insino le quattro stelle del polo antartico che Amerigo Vespucci indovinar dovea il primo3. A queste singolari profezie unite a molti errori aggiungasi una immensa quantità di aneddoti contemporanei che è dovere del critico lo schiarire; quest’obbligo immenso, reso ancora viepiù malagevole dall’antiquata favella del poeta, dalla oscurità del di lui stile conciso, dal gran numero d’ignoti aneddoti, ai quali riferisconsi i nomi di che ridonda questa vasta composizione, ha aperto a’ suoi comentatori un’immensa carriera, in cui si sono allegramente precipitati. Le loro fatiche su la grande commedia del fiorentino poeta formerebbero una vasta ed inutile biblioteca.
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Lo ministro maggior della natura
Che del valor del cielo il mondo imprenta
E col suo lume il tempo ne misura
Parad., c. x, v. 28.
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Come distinta da minori e maggi
Lumi biancheggia tra i poli del mondo
Galassia sì, che fa dubitar ben saggi
Parad., c. xiv, v. 97.
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. . . .E vidi quattro stelle
Non viste mai, fuor che alla prima gente.
Purgat., c. I, v. 23 seg.