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quelle nazioni1; e nella teologia de’ popoli stanno sempre riposti i principii della politica e della morale:... la quale sentenza dà lume a quel passo del filosofo: Essere i poeti ispirati da’ numi, e i loro versi venire da Dio2. — Onde se la poetica è tutta quanta enigmatica, ciò avviene perchè non sia conosciuta sapientemente dal volgo.

III. Non è colpa delle favole nè degli antichi se la loro religione è per noi piena di capricci e d’incoerenze, bensì dell’estensione di quella religione quasi universale, delle vicende de’ secoli e della nostra ignoranza. Che l’umana mente abbia bisogno di cose soprannaturali, e quindi i popoli di religione, è massima celebrata dall’esperienza e dagli annali di tutte le generazioni. Anzi e di tanta preponderanza questa umana necessità, che sebbene le religioni nascano dalla tempra dei popoli, e si stabiliscono per le età e le circostanze degli stati, i popoli ed i tempi prendono in progresso aspetto e qualità dalle religioni. Ora la poesia deve per istituto cantare memorabili storie, incliti fatti ed eroi, ac-

  1. Per questo anche i dottori cristiani stimano probabili testimoni i poeti. Lactant., Div. inst. lib. I, cap. 11, — Lib. II, cap. 11. — Augustin, De consens. Evangel. lib. I, cap. 24.
  2. Plato in Ione. — Id. in Alcibiade poster.