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Conscienzia mi assicura,
La buona compagnia che l’uom francheggia
Sotto l’usbergo del sentirsi pura.
Ma quel suo anelare dietro alla morale perfezione, e quel disperar di raggiugnerla, fece sì, ch’egli traguardasse innanzi «con trepida speranza» al giorno, in che doveva essere citato al cospetto di un giudice inesorabile. Dante reputava di poter espiare gli errori della umanità co’ suoi patimenti sopra la terra.
Che la bontà infinita ha sì gran braccia,
Che prende ciò, che si rivolve a lei;
e pare ch’ei si rivolga al cielo più presto come uom che adora, che come supplice. Avendo fermo nella mente: «l’uomo essere allora veramente felice, che libero esercita tutte le facoltà sue,1» Dante percorse con passo sicuro il cammin della vita.
E, vigilando nell’eterno die.
Sì che notte nè sonno a lui non fura
Passo che faccia il secol per sue vie,
- ↑ Humanum genus, potissime liberum, optime se habet. Dante, de Monarchia.