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Questa descrizione ci fa agognare di rinvenire sulla terra donna sì fatta; che se non che, mentre ammiriamo il poeta, e l’invidiamo la beatitudine de’ suoi amorosi trasporti, non possiamo non accorgerci, che i fiori, i quali invocano il calpestio del suo piede, il cielo che si riabbella della sua presenza, l’atmosfera, che impronta nuovo splendore dagli occhi suoi, sono mere visioni, che ne tentano d’imbarcarci con lui in traccia di non conseguibile chimera. Di leggieri adunque c’induciamo a credere, che fosse in Laura più che umana leggiadria, se valse ad ingentilire la mente del suo amatore, sollevandola a tanto entusiasmo, da farla capace d’illusioni così fantastiche, che ben ci fanno chiari dell’eccesso di sua passione; ma non possiamo partecipare a cotali estasi amorose per una bellezza, che nè vedemmo mai, nè mai potremo vedere.

IX. Per l’opposito, la bella vergine, che Dante scorse da lungi in un paesaggio del paradiso terrestre, in luogo di apparirti un ente di ragione, ti sembra accoppiare in se tutti gli allettamenti, che trovansi in quelle amabili creature, a cui talvolta ci abbattiamo sulla terra. che ci accora di perdere di vista, e a cui la fantasia rivola di continuo. La pittu-