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dipende dalla lingua se non quanto la pittura dal colorito.

Raffaello inferiore a Tiziano nel colorito, ottenne gloria alla costui maggiore, perchè le sue pitture, quantunque meno vivaci ed apparenti all’occhio, penetrano più in fondo del cuore, e più che lo sguardo appagano l’anima. Dunque lo stile non è frutto di regola, se non di quei principii, che dipendono dalla lingua. Quindi il martirio, e il guasto de’ grandi ingegni nelle scuole de’ pedagoghi, che pretendono d’infondere un dato stile pel mezzo delle loro sciocche leggende. Le lodi, e le censure di uno scritto non avranno pertanto principio e fine nella lingua e nella sintassi, come pure spesso avviene tra i moderni Aristarchi. Quella gara poi di volere imitare lo stile altrui, come lasciò scritto Plutarco, sembra partecipare del puerile, come è assolutamente da stolido l’affaticarsi di arrivare lo stile de’ geni inimitabili. Da tutto ciò appare, che lo stile mentre farà la delizia de’ grandi ingegni, sarà sempre il tiranno de’ mediocri, i quali, non avendo di loro proprio che la bassezza e la sterilità, colgono a profuso sudore i frutti dell’altrui terreno, frutti che corrotti nelle proprie loro mani, non gli ottengono, che la fama del ladro.

Fosc. Op. Scelt. 6