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doveri tutti della disciplina. Non si riguarda mai nè la verità, nè la pratica dei nostri principii, lasceremo il resto in cura alla fortuna, tranne la nobile compiacenza di avere soddisfatti tutti i doveri della disciplina alla quale ci ha creati la natura.

O giovani, fu sempre ed è agevole impresa l’usurparsi titolo di maestri con poco sudore, e l’ostentare al volgo de’ letterati e de’ grandi certo lusso d’inoperosa dottrina; vano nondimeno ad onta d’ogni ambizione, ed impossibile riescirà, che gli scritti non salutari nè gloriosi all’umana progenie sieno consecrati dalle postere generazioni sull’altare dell’immortalità. Chi adempie a tutti i doveri dell’arte sua, sì che egli sia riputato di ornamento e di vantaggio a’ suoi concittadini, quei sale sì lato, che l’occhio dell’invidia non giunge a malignarla; quei solamente può sacrificare con religione al proprio genio nel santuario dell’arte, senza l’infelice bisogno di profanarla nei convitti delle accademie, ove il timoer e la vanità profondono scambievoli panegirici; nè di prostituirle agli altari della possanza e della ricchezza, le quali spesso coronano d’oro gli scienziati, e gli artefici, ma del lauro immortale non mai.